L’amore viene descritto come una forza capace di trasformare radicalmente la natura umana, nel bene e nel male. In certe circostanze spinge una persona a perdere la propria razionalità, la dignità e il controllo, sprofondando negli istinti più ciechi, quasi animaleschi. La passione diventa allora eccesso, gelosia, ossessione, fino a deformare il carattere e i valori di chi ne è travolto. Allo stesso tempo, però, la stessa forza può innalzare ciò che appare bruto, istintivo e rozzo, orientandolo verso la sensibilità, la coscienza e la capacità di provare empatia. Chi era dominato da impulsi primitivi può improvvisamente scoprire delicatezza, cura e responsabilità verso l’altro. L’amore appare così come un’energia ambivalente e imprevedibile: non è mai neutra, perché tocca le parti più profonde della persona, esaltandone tanto le virtù quanto le miserie. Proprio in questa doppia possibilità di degrado o elevazione si manifesta la sua potenza, che sfugge a ogni tentativo di controllo morale o razionale e mette l’essere umano davanti alla verità di ciò che è davvero, o di ciò che può diventare, quando ama.