Chi vive nella libertà ha un buon motivo per vivere, combattere e morire.
In guerra, la massima "la sicurezza innanzi tutto" porta diritto alla rovina.
Senza il coraggio, tutte le altre virtù perdono valore.
I problemi della vittoria sono più gradevoli di quelli della sconfitta, ma non meno difficili a risolversi.
Il capitalismo è un'ingiusta ripartizione della ricchezza. Il comunismo è una giusta distribuzione della miseria.
La massima del popolo inglese è: Business as usual.
Noi non scegliamo la libertà politica perché ci promette questo o quello. La scegliamo perché rende possibile l'unica forma di convivenza umana degna dell'uomo; l'unica forma in cui noi possiamo essere pienamente responsabili di noi stessi.
L'uomo è un prigioniero che non può aprire la porta della sua prigione e scappare. . . deve aspettare, e non è libero di gestire la sua vita finché Dio non lo chiama.
L'unica libertà possibile, a questo mondo, è la libertà di scegliersi la propria prigione.
Ogni essere che viene al mondo cresce nella libertà e si atrofizza nella dipendenza.
È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi.
Fatevi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà.
A essere pienamente liberi bisogna non avere né da obbedire, né da comandare.
La libertà non è facoltà di disimpegno da; è facoltà di impegno per - una partecipazione all'Essere stesso. Di conseguenza, l'autentica libertà non può mai essere raggiunta nell'allontanamento da Dio.
Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù.
La libertà non ha patria.