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Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.
Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c'è ancora e lascia dietro di te una traccia.
Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell'aria che respiriamo.
Esistono due tipi di partenze: partire 'da' e partire 'per'. Io preferisco il primo. È un gesto nobile: Non partenza, volo.
Viaggiatore, non c'è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini.
Essere di passaggio da un progetto all'altro quando non sai bene cosa comincerai è una cosa che detesto. Per me quei momenti è come se non esistessero. E anche nei viaggi, il mio unico obiettivo è arrivare da qualche parte. Non è stare a metà che mi piace.
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre "Andiamo", e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato.
A volte è splendido viaggiare senza tirare il freno a mano e schiantarsi in caduta libera su un desiderio che si avvera. Sopravvissuti alla paura.
Che i nostri viaggi d'esplorazione non abbiano mai fine.
Sta viaggiando: è entrato in quel misterioso gerundio dell'anima che è l'eterno presente del viaggio.
I veri viaggiatori, non sono persone ricche ma curiose. Non sono alla ricerca di comodità, ma di novità, sorprese.
Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade.
Perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.
Il viaggio più lungo è quello che conduce alla casa di fronte.
La cosa che più conta di un viaggio è non smettere di viaggiare.
Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.
I grandi viaggi hanno questo di meraviglioso, che il loro incanto comincia prima della partenza stessa. Si aprono gli atlanti, si sogna sulle carte. Si ripetono i nomi magnifici di città sconosciute.
I nomadi lo sanno: le mappe non servono a orientarsi, ma a sognare il viaggio nei mesi che precedono il distacco.
Ci sono viaggi che si fanno con un unico bagaglio: il cuore.