La morte non è dolorosa. È la vita terrena che è una morte.— Albert Camus
La morte non è dolorosa. È la vita terrena che è una morte.
Il grande problema da risolvere "praticamente": si può essere felice e solitario?
In verità, è un paradosso tipico dello spirito umano cogliere gli elementi senza poterne abbracciare la sintesi: paradosso epistemologico d'una scienza certa nei fatti, ma comunque insufficiente.
L'unico vero progresso sta nell'imparare a sbagliare da soli.
Quello che conta tra amici non è ciò che si dice, ma quello che non occorre dire.
Una disgrazia tutti sanno cos'è. È una cosa che lascia senza difesa.
Voglio un prete, un rabbino, e un pastore protestante. Voglio scommettere in ogni settore.
Nella morte vi sono molti più incontri che separazioni.
L'ultimo atto è cruento, per quanto bella sia la commedia in tutto il resto; alla fine, ci gettano un po' di terra sulla testa, ed è finita per sempre.
Vista positivamente, la morte è una delle poche cose che si possono fare facilmente restando distesi.
Il cimitero è pieno di grandi uomini di cui il mondo non poteva farne a meno.
La nostra morte individuale, solitaria e dimenticata nel frastuono delle cose ci incute sgomento in cuore.
La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
La morte non è l'opposto della vita, ma una sua parte integrante.
I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.
Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire. Tutta la loro ricchezza è la morte, che li costringe industriarsi, a ricordare e prevedere.