Noi siamo all'inferno, e la sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i diavoli addetti al loro supplizio.
L'uomo è un animale metafisico, il quale vorrebbe che l'universo esistesse solo per lui, ma l'universo lo ignora, e l'uomo si consola di questa indifferenza popolando lo spazio di dèi, dèi fatti a sua immagine.
Le nostre religioni sono i cancri della specie e non ne guariremo che da morti.
La vita eterna è quella di cui siamo partecipi quaggiù, mai altrove, l'altrove non è più quando noi non siamo.
Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.
Quando guardo quelli che giurano che la vita è una delizia, non li trovo né belli né ben nati, né ragionevoli né sensibili, né acuti, né saggi, né profondi, ma molto simili a ciò che incensano.
L'inferno è lastricato di buone intenzioni, non di cattive.
Anche Iddio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini.
L'invenzione dell'inferno è la cosa più orrenda, ed è difficile concepire come, dopo questa invenzione, ci si possa ancora aspettare qualcosa di buono dagli uomini.
L'inferno è lastricato di buone intenzioni.
È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno.
L'Inferno non è che il Paradiso capovolto.
L'inferno è pieno di desideri e di buon senso.
Quando moriremo andremo sicuramente in Paradiso, perchè l'Inferno l'abbiamo già vissuto qui.
L'inferno è per i puri; questa è la legge del mondo morale. Esso è infatti per i peccatori, e peccare si può soltanto contro la propria purezza. Se si è una bestia, non si può peccare e non si sente nulla di un inferno.
L'inferno è il paradiso più la morte.
Login in corso...