L'Inferno non è che il Paradiso capovolto.
Ogni uomo paga la sua grandezza con molte piccolezze, la sua vittoria con molte sconfitte, la sua ricchezza con molti fallimenti.
L'ardente solitudine non annulla la possibilità degli amori.
L'amore è come il fuoco, che se non si propaga si spegne.
La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire.
Anche la giovinezza è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto.
L'inferno è il paradiso più la morte.
L'inferno è per i puri; questa è la legge del mondo morale. Esso è infatti per i peccatori, e peccare si può soltanto contro la propria purezza. Se si è una bestia, non si può peccare e non si sente nulla di un inferno.
Chi dice che l'inferno è nell'aldilà conosce male l'aldiquà.
L'invenzione dell'inferno è la cosa più orrenda, ed è difficile concepire come, dopo questa invenzione, ci si possa ancora aspettare qualcosa di buono dagli uomini.
All'inferno ci va chi ci crede.
Si è sempre tentato di tenere insieme gli uomini con la forza o le minacce. La minaccia dell'inferno era un tentativo di questo tipo.
Da quando l'uomo non crede più all'inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all'inferno. Non può farne a meno.
L'inferno è lastricato di buone intenzioni, non di cattive.
L'inferno è lastricato di buone intenzioni.
Il mondo è appunto l'inferno e gli uomini sono, da una parte, le anime tormentate e, dall'altra, i diavoli.