Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.— Albert Caraco
Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.
Le nostre religioni sono i cancri della specie e non ne guariremo che da morti.
Se c'è un Dio, il caos e la morte figureranno nel novero dei suoi attributi, se non c'è, non cambia nulla, poiché il caos e la morte basteranno a sé stessi fino alla consumazione dei secoli.
Per credere a qualcosa, ai giorni nostri, bisogna essere allucinati.
Tutti gli spirituali sono sorpassati, non vi è nessuna differenza tra maghi e preti, ci si rende altrettanto spregevoli a consultare gli uni quanto a rispettare gli altri.
La morte è un sonno senza sogni e forse senza risveglio.
In qualunque luogo ci sorprenda la morte in battaglia, che sia la benvenuta.
Morire sarà una splendida avventura.
Un bel morir, tutta la vita onora.
La morte è il modo che la natura ha di dirti che devi rallentare.
Le statistiche indicano la percentuale di nati morti. Trascurano la percentuale di morti vivi.
In ogni uomo che muore muore con lui, la sua prima neve, il primo bacio, la prima lotta. Non muoiono le persone, ma muoiono i mondi dentro di loro.
La morte rende preziosi e patetici gli uomini. Questi commuovono per la loro condizione di fantasmi; ogni atto che compiono può esser l'ultimo; non c'è volto che non sia sul punto di cancellarsi come il volto d'un sogno.
Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà.
Quando si nasce poeti, l'amore e la morte si fanno compagnia e tutti e due hanno le tasche bucate per non contare gli anni.