Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.
Se c'è un Dio, il caos e la morte figureranno nel novero dei suoi attributi, se non c'è, non cambia nulla, poiché il caos e la morte basteranno a sé stessi fino alla consumazione dei secoli.
L'illusione rinasce a ogni generazione e gli amplessi la perpetuano, da secoli e millenni il solo rimedio è la continenza.
Il mio odio per questo mondo è ciò che trovo di più degno di stima.
È la fecondità, e non la fornicazione, a distruggere l'universo, è il dovere, e non il piacere.
La vita è il carro di Dio e la morte è solo l'ombra della Sua frusta.
Moriamo peggiori di quando siamo nati. La colpa è nostra, non della natura.
In ogni addio c'è un'immagine della morte.
Chi sa morire, non ha più padrone.
Vi dimostrerò come non può accadere nulla di meglio della morte.
La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.
E s'al mesto pensier chiuder le porte col chiuder gli occhi io cerco, il cieco orrore contemplo allor de la mia propria morte.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Sin dal giorno della mia nascita, la mia morte ha iniziato il suo cammino. Sta camminando verso di me, senza fretta.
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.