'A morte 'o ssaje ched'e?... è una livella.— Totò
'A morte 'o ssaje ched'e?... è una livella.
Sonno un forziero, per questo sono un donnaiolo: alle donne piacciono gli uomini forti. Dal mio aspetto non si direbbe, la mia forza è truccata: sono un falso debole.
L'amore è come se fosse un malanno che, all'improvviso, ti esplode dentro il cuore, senza un avvertimento, senza affanno, e ti può far morir senza dolore.
Si dice che l'appetito vien mangiando, ma in realtà viene a star digiuni.
Modestamente, la circolazione ce l'ho nel sangue.
L'ignorante parla a vanvera. L'intelligente parla poco. 'O fesso parla sempre.
Il terrore della morte è dovuto all'incertezza di ciò che ci attende. La risposta è semplice e tranquillante: esattamente la medesima situazione di prima che fossimo.
Non è importante il modo in cui in uomo muore, ma quello in cui vive: l'atto di morire non è importante, dura così poco.
La vita è piacevole, la morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi.
La morte è quella malattia che pone fine a tutte le altre.
Ogni volta che trascorro del tempo con una persona che sta morendo trovo in effetti una persona che vive. Morire è il processo che inizia pochi minuti prima della morte, quando il cervello viene privato dell'ossigeno; tutto il resto è vivere.
Meglio essere vigliacchi per un minuto che morti per il resto della vita!
La morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza.
Il fatto che sono morti non testimonia affatto che siano vissuti.
Di morte mangerai, che mangia gli uomini, e il morir finirà, morta la morte.
Alla fine tutte le cose non devono forse essere inghiottite dalla morte?