Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.— Gesualdo Bufalino
Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
Uno sciocco che tace è la creatura più adorabile del mondo.
Gira, rigira, da Talete in poi la filosofia pesta l'acqua nel mortaio.
Ognuno sogna i sogni che si merita.
Il sonno è amore di morte, l'insonnia paura di morte.
Metà di me non sopporta l'altra e cerca alleati.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio.
La morte è così poco temibile che proprio per merito suo non dobbiamo temere nulla.
Quando pensiamo con orrore alla morte, la consolazione più sicura ed efficace che ci è data è sapere che essa ha almeno questo di buono, che è la fine della vita.
Ad un certo punto della vita non è la speranza l'ultima a morire, ma il morire è l'ultima speranza.
Se io muoio non piangere per me, fai quello che facevo io e continuerò vivendo in te.
Sin dal giorno della mia nascita, la mia morte ha iniziato il suo cammino. Sta camminando verso di me, senza fretta.
Non ho paura della morte: è la posta che stabiliamo per giocare al gioco della vita.
E così morire è bere dal fiume del silenzio, è scalare la cima del monte, significa stare nudi nel vento e sciogliersi al sole.
Ci sono persone a cui la morte dona un'esistenza.
La morte stessa non è, per chi vi rifletta, cosa così seria come il matrimonio.