Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
Non c'è scrittore che non somigli al serpente dell'Eden. Solo che spesso la mela è marcia.
Una passione è il totale di due malintesi.
Il sonno è di destra, il sogno di sinistra. Votate per una lucida insonnia.
Ci vogliono virtù a iosa per fare un vizio.
Psicoanalisi. Dietrologia che spiega i rimossi dell'analista assai più che del paziente.
Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire. Tutta la loro ricchezza è la morte, che li costringe industriarsi, a ricordare e prevedere.
Finché c'è morte c'è speranza.
La morte: un punto o una virgola?
La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re.
Non c'è dubbio che i discendenti non facciano all'occorrenza ciò che avran veduto fare da quelli che li avranno preceduti. Gli onori che renderete a coloro cui succedeste sopra la terra, vi saranno resi da quelli che succederanno a voi.
La morte è l'ultimo medico delle malattie.
L'ultimo atto è cruento, per quanto bella sia la commedia in tutto il resto; alla fine, ci gettano un po' di terra sulla testa, ed è finita per sempre.
Un confessore si recò da un moribondo e gli disse: «Vengo a esortarvi a morire in pace». L'altro rispose: «E io vi esorto a lasciarmi morire in pace».
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.
Il vero antidoto alla paura della morte non può che provenire dalla vita. Essa è un formidabile diversivo, un antidoto che respinge indietro quel pensiero e quella paura.