Chi ha cari i valori della cultura non può non essere pacifista.
L'unica razza che conosco è quella umana.
Quello che è più incomprensibile è che ci sia ancora qualcosa di comprensibile.
L'uomo è nato per odiare in misura quasi maggiore d'amare: e l'odio non si stanca di afferrare qualsiasi situazione disponibile.
Con la fama divento sempre più stupido, un fenomeno molto comune d'altronde.
Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile, ma non più semplice.
La cultura degli uomini è divisa in parti uguali in tre aree stagne e comunicanti secondo convenienza: quella del silenzio, quella dell'omissione, quella dell'omertà. Un vero maschio rivelatore lo misuri solo dalla tenacia del suo coma volontario. Non vede, non sente, non parla.
Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura.
La disgregazione culturale può seguire alla specializzazione; ed è la disgregazione più radicale di cui una società possa soffrire.
La cultura attuale dell'apparire, per come ci viene trasmessa, in particolare, attraverso la televisione, funziona da cassa di risonanza del narcisismo.
In una cultura abituata da secoli a frazionare ogni cosa al fine di controllarla, può essere sconcertante scoprire che il medium è il messaggio.
Una vasta cultura è una farmacia ben fornita: ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.
Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.
La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.
Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l'assenza di creatività.
Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perché la cultura in senso specifico o, meglio, classista è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso.