Plagiare. Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.— Ambrose Bierce
Plagiare. Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.
Mela. Causa della giusta cacciata del primo uomo dal Paradiso terrestre: dato che si trattava di una mela acerba, il primo uomo aveva fatto malissimo a mangiarla.
Apatico (agg.). Sposato da sei settimane.
Non lavorare nella giornata di sabato, ma vai a vedere giocare la squadra di calcio.
Presente: quella parte dell'eternità che separa il regno della delusione da quella della speranza.
Applauso. L'eco di un luogo comune.
Anche in arte il povero non può prendere niente al ricco; mentre il ricco può prendere tutto al povero.
Vuoi plagiare senza essere scoperto? Plagia i capolavori.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
Il plagio è la base di tutte le letterature, eccettuata la prima, peraltro ignota.
Libro pieno di citazioni virgolettate. Il vero scrittore mira invece a rubare senza farsi beccare.
Le accuse di plagio provengono o dalle sottili e incolori labbra dell'impotenza o dalle bocche grottesche di coloro che, non possedendo niente di proprio, s'illudono di farsi passare per ricchi gridando "al ladro!".
Il furto letterario si chiama plagio o cultura.
Plagiarsi da soli significa avere stile.
Il plagio è un atto di omaggio. Chi copia ammira.