Plagiare. Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.— Ambrose Bierce
Plagiare. Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.
Diavolo. Responsabile di tutte le nostre pene e padrone di tutte le cose belle e allettanti di questo mondo. È stato creato dall'Onnipotente, ma è stato condotto sulla terra da una donna.
Solitudine. Condizione di chi ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso.
Libertà. 1. Esenzione da un piccolo numero di vincoli tra le migliaia imposte all'uomo. 2. Sistema politico di cui ogni nazione ritiene di possedere il monopolio. 3. Uno dei beni più preziosi dell'immaginazione.
Elettore. Colui che gode del sacro privilegio di votare per l'uomo scelto da un altro uomo.
Non ci sono vecchi felici: ci sono solamente vecchi rassegnati.
Anche in arte il povero non può prendere niente al ricco; mentre il ricco può prendere tutto al povero.
Vuoi plagiare senza essere scoperto? Plagia i capolavori.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
Le accuse di plagio provengono o dalle sottili e incolori labbra dell'impotenza o dalle bocche grottesche di coloro che, non possedendo niente di proprio, s'illudono di farsi passare per ricchi gridando "al ladro!".
Libro pieno di citazioni virgolettate. Il vero scrittore mira invece a rubare senza farsi beccare.
Il plagio è un atto di omaggio. Chi copia ammira.
Il furto letterario si chiama plagio o cultura.
Plagio. Coincidenza letteraria composta da una prima messa in dubbio e da una onorevole posterità.
Il plagio è la base di tutte le letterature, eccettuata la prima, peraltro ignota.