Plagio. Coincidenza letteraria composta da una prima messa in dubbio e da una onorevole posterità.— Ambrose Bierce
Plagio. Coincidenza letteraria composta da una prima messa in dubbio e da una onorevole posterità.
Marito. Uno che avendo pranzato, deve preoccuparsi di rigovernare.
Audacia: Una delle più notevoli qualità dell'uomo quando è in una posizione inattaccabile.
Discussione. Uno dei tanti metodi per confermare gli altri nei loro errori.
Avaro. Smodatamente desideroso di conservare ciò che altre brave persone vorrebbero tanto ottenere.
Temerario. Dicesi di chi è stato sfortunato nell'esecuzione di un atto coraggioso.
Il furto letterario si chiama plagio o cultura.
Il plagio è un atto di omaggio. Chi copia ammira.
Plagiarsi da soli significa avere stile.
Plagiare. Riprendere concetti o stile da un altro scrittore che non si è mai assolutamente letto.
Le accuse di plagio provengono o dalle sottili e incolori labbra dell'impotenza o dalle bocche grottesche di coloro che, non possedendo niente di proprio, s'illudono di farsi passare per ricchi gridando "al ladro!".
Il plagio è la base di tutte le letterature, eccettuata la prima, peraltro ignota.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
Anche in arte il povero non può prendere niente al ricco; mentre il ricco può prendere tutto al povero.
Libro pieno di citazioni virgolettate. Il vero scrittore mira invece a rubare senza farsi beccare.