Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.— Andrea Emo
Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.
Soltanto l'assoluto e l'universale può morire; noi moriamo in quanto siamo il morire dell'assoluto.
Dio è l'infinito negarsi. La dimensione interiore del negarsi è infinita, è l'infinito. E il negarsi è l'individualità dell'infinito.
Il sogno è l'eco della nostra vita, ripercosso tra le vane ombre del nulla.
Un aforisma, una sentenza, una opinione, etc., valgono forse meno per quello che affermano o negano, quanto per lo stato d'animo che suppongono, o che ispirano, o che nascondono.
È morto col sorriso sulle labbra. Altrui.
Ieri nel di dei morti ebbi dei momenti di grandissima gioia pensando a te, e al bambino biondo e gentile che avremo....
La paura della morte abita nella maggior parte di noi, a un livello più o meno alto, perché non è forse la morte considerata il grande «ignoto»?
E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
Quando si nasce poeti, l'amore e la morte si fanno compagnia e tutti e due hanno le tasche bucate per non contare gli anni.
La morte risolve tutti i problemi: niente uomini, niente problemi.
Non temere la morte: prima moriamo, prima saremo immortali.
Che zitella divento, se mi manca il coraggio di amare la morte!
Non è importante il modo in cui in uomo muore, ma quello in cui vive: l'atto di morire non è importante, dura così poco.
Essere morti significa svegliarsi dalla parte sbagliata dei propri sogni.