Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.— Andrea Emo
Il solo difetto della morte è che essa ci pone in condizione di non poter apprezzare il suo beneficio.
Gli uomini si dividono in due schiere: quelli che nascono perché il loro destino è di vivere e quelli che nascono perché il loro destino è di morire.
Un aforisma, una sentenza, una opinione, etc., valgono forse meno per quello che affermano o negano, quanto per lo stato d'animo che suppongono, o che ispirano, o che nascondono.
Nel cuore di ogni aforisma, per quanto nuovo o addirittura paradossale voglia apparire, pulsa un'antichissima verità.
Soltanto l'assoluto e l'universale può morire; noi moriamo in quanto siamo il morire dell'assoluto.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Entra infine nel Mio Essere chi, al momento del trapasso, quando abbandona il corpo, pensa soltanto a Me. Questo è vero al di là di ogni dubbio.
Ascoltami: verso la morte sei spinto dal momento della nascita. Su questo e su pensieri del genere dobbiamo meditare, se vogliamo attendere serenamente quell'ultima ora che ci spaventa e ci rende inquiete tutte le altre.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.
La differenza fra il sesso e la morte è che la morte la puoi fare da solo senza che nessuno rida di te.
Io, è da quando amo, che ho paura della morte.
Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata.
Siamo tutti rassegnati alla morte; è alla vita che non arriviamo a rassegnarci.
Io non temo la morte, sa, non la temo assolutamente, perché so che essa è soltanto un passaggio. Verso Dio, la gioia senza fine.