Un'epoca non più superstiziosa dicono, ma in compenso ipocondriaca.
La grandezza nasce dalle ceneri del peggio. Come l'erba è più verde se sotto terra c'è un cadavere in disfacimento.
Gettato nel mondo, ne ho guardato i colori e sono stato ottimista. Poi pian piano sono venuto a sapere.
Per smascherare la demenza del moderno è necessario diventarlo.
Peggio di così le cose non possono andare. Diceva l'ottimista.
Notare nei cimiteri il grande rispetto della morte da parte di gente che non ha rispetto per la vita.
L'epoca della procrastinazione, delle mezze misure, del mitigare, degli espedienti inutili, del differire sta giungendo alla fine. Ora stiamo entrando nell'epoca dove ogni azione causa conseguenze.
Viviamo in un'epoca che legge troppo per essere saggia, e crede troppo per essere bella.
I due punti più deboli della nostra epoca sono la mancanza di principi e la mancanza di immagine.
Mai epoca fu come questa tanto favorevole ai narcisi e agli esibizionisti. Dove sono i santi? Dovremo accontentarci di morire in odore di pubblicità.
Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi.
Ogni epoca abbonda dei propri doni, eppure solo alcune epoche li tramutano in sostanza durevole.
La nostra epoca, senile e cancerogena, è la deviazione multipla di tutti i grandi propositi, opposti o confluenti, dal cui fallimento è sorta l'era con cui sono falliti.
Noi viviamo grazie a Dio, in un'epoca senza fede.
Viviamo in un'epoca di superlavoro e di sottocultura; un'epoca in cui le persone sono talmente laboriose da diventare completamente stupide. E, sebbene possa sembrare duro a dirsi, non posso fare a meno di dire che gente del genere merita la sua sorte.