L'ultima età della vita non è senza gioia a chi può darsi ragione del perché sia vissuto.— Arturo Graf
L'ultima età della vita non è senza gioia a chi può darsi ragione del perché sia vissuto.
È destino dell'uomo di sottostare al dolore; vanto il non lasciarsi vincere e atterrare da esso.
Dove non è contrasto, non è vita.
Ci sono uomini i quali, in ciascun giorno, si pentono di ciò che fecero il giorno innanzi; e così consumano la vita: e sono i più inutili, se non i più dannosi, degli uomini.
Chi pose ogni suo studio in non lasciarsi ingannare mai, non sarà più felice di chi si sia lasciato qualche volta ingannare.
Molte di quelle che chiamiamo difficoltà non ci paiono tali se non perché non ci vogliam torre la briga di cercare i mezzi, spesso molto semplici e maneggevoli, che basterebbero a superarle.
Si hanno vent'anni dai quindici ai trent'anni.
A cinquant'anni si comincia a stancarsi del mondo, e a sessant'anni il mondo si stanca di voi.
Che me ne faccio di vent'anni in più se poi è già da cinquanta che non riesco a trovare nessuno che non mi faccia cadere le braccia dalla disperazione e dalla noia entro venti minuti?
Dopo una certa età ognuno è responsabile della sua faccia.
Quando l'uomo ha raggiunto l'età di fare il male, dovrebbe anche avere raggiunto l'età di fare il bene.
L'uomo ha ogni anno un anno in più; la donna due di meno.
L'uomo che è detestato a quarant'anni, lo resterà tutta la vita.
Un uomo di sessanta può certi giorni sentirsi giovane. Una donna non vi riesce più nemmeno a cinquanta.
Ogni sera siamo più poveri di un giorno.