Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi.
Non puoi capire che smania m'investe quando vedo passare una donna che muove il culo stretto in una gonna gialla nel cielo serale celeste.
Più di una bestiolina sarebbe fin troppo felice se riuscisse a leccare il culo a una tigre. Lì, sotto la coda, starebbe relativamente al sicuro; ma è difficile arrivarci.
Dove stanno grandi virtù, vuol dire che c'è qualcosa di marcio.
La fiducia può esaurirsi, se si vuol troppo cimentarla.
Quando ci si trova davanti un ostacolo, la linea più breve tra i due punti, può essere una linea curva.
Io ho un problema con gli eroi in generale: non mi piacciono. Non amo l'eroe buono, positivo, nemmeno quello mitologico che incarna in sé la morale, la giustezza della vita.
Tutti questi eroismi per niente! Basta indovinelli, basta concorrenti uno e due! Adesso signori, cala il sipario!
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.
Il bisogno dell'America non è l'eroismo ma la guarigione; non panacee, ma la normalità; non la rivoluzione ma il restauro.
Il vero eroe alla fine muore. Quelli che restano sono i filosofi.
L'adorazione dell'eroe è più forte dove c'è meno riguardo per la libertà umana.
Tutti son buoni a far gli eroi con la pelle degli altri.
L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
L'eroe è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco.
L'Eroe è la coscienza universale del dovere essere.