Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi.— Bertolt Brecht
Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi.
Chi lotta per il comunismo non ha che una virtù fra tutte: quella di lottare per il comunismo.
Rivoltatela come più vi pare, prima viene lo stomaco, poi viene la morale.
Dove stanno grandi virtù, vuol dire che c'è qualcosa di marcio.
Nemmeno per un attimo l'attore si trasformi completamente nel suo personaggio. "Non rappresentava re Lear, era Lear" sarebbe un giudizio disastroso.
I veri eroi sono quelli che ogni giorno si alzano dal letto e affrontano la vita anche se gli hanno rubato i sogni e il futuro. Quelli che alzano la saracinesca di un bar o di un'officina, che vanno in un ufficio, in una fabbrica. Che non lottano per la gloria o per la fama, ma per la sopravvivenza.
Gli eroi sono eroi perché il loro comportamento è eroico, non perché vincano o perdano.
L'unità di misura del teatro come rappresentazione è l'uomo, e quest'uomo deve poter essere riconosciuto da coloro che siedono nella platea come uno di loro, come un campione, nel bene e nel male, di ciò che essi sono, temono o sperano di essere; un eroe, insomma.
Eroismo e santità, virtù secondarie. Ma bisogna aver dato prova di sé.
Che cosa rende eroici? Muovere incontro al proprio supremo dolore e insieme alla propria suprema speranza.
La natura ha benignamente provveduto a che ciascuno sia un eroe per il suo cameriere, altrimenti bisognerebbe che gli eroi si spazzolassero gli abiti da sé.
Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura e il dominio su se stessi.
L'imbecille finisce dove comincia l'eroe.
Gli eroi quotidiani sono quelli che danno sempre il massimo nella vita.
Essere un eroe ha il suo prezzo.