L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.— Bertrand Russell
L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.
Coloro che hanno un lavoro lavorano troppo, mentre altri muoiono di fame senza salario.
Il mio concetto di religione è simile a quello di Lucrezio: la considero una specie di malattia, frutto della paura e fonte di indicibile sofferenza per l'umanità.
Per essere felici, la vita deve trascorrere per lo più tranquilla, poiché la vera gioia può vivere soltanto in un'atmosfera di tranquillità.
Cos'è l'infinito? Pensa all'umana stupidità.
La storia ci presenta persone ben più sagge di Cristo; citerò soltanto Buddha e Socrate, che, sotto questo aspetto, mi appaiono molto superiori.
Ogni qual volta che un amico ha successo una piccola parte di me muore.
L'invidia è una buona stoffa per confezionare una spia.
Ho sempre vinto l'invidia, la vigliaccheria e la malvagità coprendole di maestosa invisibilità e di appariscente indifferenza.
L'invidia è odio, è la base, se non lo zoccolo duro di tutte le psicopatologie. Perché se ti invidio, inevitabilmente voglio il tuo male, e se voglio il tuo male, inevitabilmente voglio il "mio" male.
L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.
L'emulazione genera positività, l'invidia negatività.
Spesso si fa pompa delle passioni più delittuose; ma l'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa confessare.
La persona veramente invidiosa è insaziabile, non potrà mai essere soddisfatta, poiché la sua invidia scaturisce da dentro e pertanto trova sempre un oggetto su cui focalizzarsi.
L'invidioso mi loda senza saperlo.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo, commetto il peccato dell'invidia.