Uno de' più nobili ed opportuni esercizj della penna è sempre la storia.— Cesare Cantù
Uno de' più nobili ed opportuni esercizj della penna è sempre la storia.
Nella pazienza tutto va a puro guadagno. Il male sopportato con ragionevolezza e calma è già diminuito della metà, mentre l'impazienza raddoppia tutti i pesi, infistolisce tutte le piaghe.
Il solo pensare al tradimento è un tradimento consumato.
Dov'è una donna, il povero non patisce.
Il denaro destinato alla beneficenza non ha merito se non rappresenta un sacrificio, una privazione.
Fare il proprio dovere val meglio dell'eroismo.
Fede e storia non si escludono, ma si integrano e si spiegano a vicenda.
Buon storico è chi conserva il senso della specificità di ogni età, della successione delle epoche e, infine, delle costanti che, sole, ci permettono di parlare di un'unica e medesima storia.
Il fascino della storia e della sua enigmatica lezione consiste nel fatto che, di secolo in secolo, non cambia nulla, eppure tutto è completamente diverso.
È incontestabile che chi crede nella verità può dubitare, anzi: dubitarne. Chi crede che le cose umane siano inafferrabili, non dubita affatto, ma sospende necessariamente ogni giudizio. È questa, nella storia della filosofia, l'epoché di Pirrone e del pirronismo.
La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete.
La storia umana è una storia di lacrime e di sangue. Come dissentire dall'immagine di Hegel che rappresenta la storia umana come un «immenso mattatoio»?
La storia non deve essere presentata come un'accumulazione di risultati conseguiti o come una mera esposizione di avvenimenti, ma come una poderosa realtà in azione.
Alla storia non si chiede né il numero dei morti né il costo delle grandi imprese!
Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna.