Essere giovani è non possedere se stessi.— Cesare Pavese
Essere giovani è non possedere se stessi.
L'esperienza del pericolo rende vigliacchi ogni giorno di più.
Ciascuno ha la filosofia delle proprie attitudini.
Viene un giorno che per chi ci ha perseguitato proviamo soltanto indifferenza, stanchezza della sua stupidità. Allora perdoniamo.
È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccare l'innocenza. Si è disposti a soffrire.
Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile.
Nessun giovane crede che morirà mai.
La gioventù è il paradiso della vita: l'allegria è la gioventù eterna dell'animo.
Alla gioventù si rimprovera spesso di credere sempre che il mondo cominci solo con essa. Ma la vecchiaia crede ancor più spesso che il mondo cessi con lei.
L'uomo è condannato o a consumare la gioventù senza proposito, la quale è il solo tempo di far frutto per l'età che viene, e di provvedere al proprio stato, o a spenderla in procacciare godimenti a quella parte della sua vita, nella quale egli non sarà più atto a godere.
Se desiderate infliggere una punizione perfida e crudele a un giovane, obbligatelo a tenere un diario ogni anno.
Devo confessarlo, sono nato molto giovane.
I giovani hanno la memoria corta, e hanno gli occhi per guardare soltanto a levante; e a ponente non ci guardano altro che i vecchi, quelli che hanno visto tramontare il sole tante volte.
I giovani vanno convinti con la saggezza non con la forza.
Tutto ciò che i giovani possono fare per i vecchi è scandalizzarli e tenerli aggiornati.
Accusare i giovani è una parte necessaria nell'igiene dei vecchi, e aiuta enormemente la loro circolazione sanguigna.