La morte è il riposo, ma il pensiero della morte è il disturbatore di ogni riposo.— Cesare Pavese
La morte è il riposo, ma il pensiero della morte è il disturbatore di ogni riposo.
In fondo, il segreto della vita è di fare come se ciò che ci manca più dolorosamente noi l'avessimo. Il precetto cristiano è tutto qui. Convincersi che tutto è creato per il bene, che c'è la fraternità umana - e se ciò non è vero, che importa?
Nella vita succede a tutti di incontrare una troia. A pochissimi di conoscere una donna amante e onesta. Su cento, novantanove sono troie.
Gli ignoranti saranno sempre ignoranti, perché la forza è nelle mani di chi ha interesse che la gente non capisca, nelle mani del governo, dei neri, dei capitalisti...
Per disprezzare il denaro bisogna appunto averne, e molto.
Essere giovani è non possedere se stessi.
Ci sono stelle morte che brillano ancora perché la loro luce è intrappolata nel tempo.
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.
L'interesse per la malattia e la morte è sempre e soltanto un'altra espressione dell'interesse per la vita.
La morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto.
Il privilegio dei morti: non moriranno più.
La morte è un vile esperimento chimico che viene effettuato su tutti tranne che sugli alberi della sequoia.
Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori, e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità.
Giaceva immobile e la morte non era con lui. Doveva essere passata da un'altra strada. La morte pedalava in bicicletta, si muoveva silenziosa sul selciato.
Perché la morte è un infinito atto d'amore.
Nulla è da temere da uomo che pensi abitualmente alla morte.