Il saggio che col suo sapere non sa giovare a sé stesso, non sa nulla.
A me la coscienza interessa più delle opinioni degli altri.
Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare e non contare.
La fronte, gli occhi, il volto molto spesso mentono; le parole spessissimo.
Non c'è niente di tanto assurdo che non possa essere detto da un filosofo.
La leggerezza è propria dell'età che sorge, la saggezza dell'età che tramonta.
Il saggio si abitua ai mali futuri e, mentre per gli altri diventano sopportabili dopo una lunga sofferenza, egli li rende tali con una lunga meditazione.
È sorprendente notare quante volte la «saggezza matura» somiglia alla stanchezza.
Le persone che sono sagge, buone, intelligenti, o che lavorano duramente non hanno bisogno di fare politica, hanno un lavoro.
Anche se il saggio non cammina con lo stesso passo, di sicuro cammina per una stessa via.
Dovremmo essere saggi la metà di quanto è saggio il gatto. E anche belli la metà.
L'albero rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo e l'espressione della vita, dell'equilibrio e della saggezza.
Quand'anche potessimo essere sapienti del sapere altrui, saggi, per lo meno, non possiamo esserlo che della nostra propria saggezza.
È semplice essere saggi. Basta pensare a qualcosa di stupido da dire e dire l'opposto.
C'è un tempo in cui un uomo distingue l'idea della felicità dall'idea della ricchezza; è l'inizio della saggezza.
Possiamo pianificare il nostro futuro con chiarezza e saggezza solo quando conosciamo il percorso che ci ha portato al presente.