La superstizione è un'insana paura di Dio.— Marco Tullio Cicerone
La superstizione è un'insana paura di Dio.
La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell'antichità.
L'accondiscendenza partorisce amici, la verità odio.
Il bene pubblico è la legge suprema.
Nella sicurezza dell'animo sta riposta la vita tranquilla.
Come il volto è l'immagine dell'anima, gli occhi ne sono gli interpreti.
È superstizioso riporre le proprie speranze nelle formalità, ma arrogante rifiutare di sottomettervisi.
Quando cala la fede aumenta la superstizione.
È una delle superstizioni dello spirito umano avere immaginato che la verginità potesse essere una virtù.
L'unica cosa che penso della superstizione è che porta male essere indietro alla fine della partita.
La superstizione reca in sé qualche immagine della pusillanimità.
Allora dico che lei è un 27enne vergine imbottito di letture che gode a tenere le mani a vecchie signore superstiziose alle quali promette l'eternità.
La superstizione assorbe quasi sempre le attenzioni, l'ammirazione e le finanze dei popoli. Essi hanno una religione molto costosa; ma non hanno denaro, né istruzione, né virtù, né felicità.
Verrà il tempo nel quale si adempirà la profezia di Lichtenberg, nel quale la fede in un Dio razionalistico verrà considerata superstizione, proprio come ora è già considerata superstizione la fede in un Dio di carne, miracoloso, cioè nel Dio cristiano.
Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
La filosofia e il sole si assomigliano, entrambi devono cacciare la notte ‐ la notte fisica e la notte della mente ‐ quella che fa vivere l'uomo annegato in un oceano di superstizione.