Il prodigo è arrogante, l'avaro è meschino. La meschinità è meglio dell'arroganza.
È nel momento più freddo dell'anno che il pino e il cipresso, ultimi a perdere le foglie, rivelano la loro tenacia.
Esigere molto da sé e poco dagli altri: ecco un mezzo per evitare ogni ostilità.
I giovani debbono imparare ad essere filiali in casa e rispettosi in società; debbono essere coscienziosi e onesti; amare inoltre tutto quanto il prossimo, allacciando amicizia con i migliori. Se, dopo aver agito conformemente a questi precetti, resta loro qualche energia, leggano libri.
L'amore eterno dura tre mesi.
Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una.
L'avarizia è un vizio che può trarre in inganno perché all'inizio assume l'aspetto di una virtù.
L'avarizia nasce dalla convinzione che certe cose ci sono necessarie mentre probabilmente non lo sono, e dal timore che ci venga tolto ciò da cui dipende il nostro sostentamento.
L'avaro diventa ricco facendo mostra di essere povero, mentre il prodigo s'impoverisce facendo mostra di essere ricco.
Un avaro non può mai essere virtuoso.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
Allo Stato il denaro è necessario come i nervi che lo sostengono, e quando vi siano numerosi gli avari, essi devono esser considerati come la base e il fondamento di quello.
L'avarizia comincia dove finisce la povertà.
Il parsimonioso è il più ricco degli uomini, l'avaro il più povero.
L'avaro e il dissipatore hanno un solo e medesimo difetto. Entrambi non sanno far uso del denaro e per entrambi esso è motivo di infamia. Perciò con ragione entrambi ricevono uguale castigo, perché ugualmente non sono degni di possedere.
L'avaro ha altrettanto bisogno di ciò che possiede che di quello che non possiede.
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