Studiare senza riflettere è inutile; meditare senza studiare è pericoloso.
Guardatevi bene soprattutto dal cercare o disprezzare l'approvazione degli uomini, ma accogliete lodi e disprezzi con la medesima indifferenza.
Il prodigo è arrogante e l'avaro è meschino. È preferibile la meschinità all'arroganza.
Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci accorgiamo di averne una sola.
Colui che non prevede le cose lontane, si espone a infelicità ravvicinate.
Persone di agghindato aspetto e di parole artificiose sono raramente virtuose.
Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.
Si come il mangiare senza voglia sia dannosa alla salute, così lo studio senza desiderio guasta la memoria e non ritien cosa ch'ella pigli.
Se saprai richiamarti agli studi, fuggirai ogni forma di fastidio della vita e non desidererai che venga la notte per noia della luce, non sarai di peso a te stesso né di troppo per gli altri; attrarrai molti nella tua amicizia e tutti i migliori verranno da te.
Lo studio è la migliore previdenza per la vecchiaia.
Tutto ciò che impari, t'applica a impararlo con quanta più profondità è possibile. Gli studi superficiali producono troppo spesso uomini mediocri e presuntuosi.
Lo studio non è lavoro ma la forma più gloriosa di gioco.
Le nozioni che si apprendono con lo studio sono simili a fiori recisi che vengono immessi nel vaso della memoria e, pur rinnovandosi, le parole prima o poi appassiscono.
Chi studia le applicazioni tecnologiche delle scoperte scientifiche a scopi bellici e di distruzione planetaria è come colui che invece di leggere il libro della Natura cerca di bruciarne le pagine.
Ciò che distingue una persona che ha studiato da un'autodidatta non è la quantità di conoscenza, ma il grado di vitalità e di coscienza di sé.