I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.— Denis Diderot
I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.
La superstizione fa più ingiuria a Dio dell'ateismo.
Il buono vive in società, il malvagio da solo.
Si corre lo stesso rischio a credere troppo che a credere troppo poco.
Quando ci si toglie la vita, si vuol far sì che gli altri si disperino. Ma se così facendo crediamo di dar loro soddisfazione, allora la nostra vita ce la teniamo.
I miei pensieri sono le mie puttane.
L'angoscia e il dolore. Il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere.
Il limite estremo della grandezza dei piaceri è la rimozione di tutto il dolore. Dove sia il piacere, e per tutto il tempo che vi sia, non vi è posto per dolore fisico, o dell'anima, o per l'uno e l'altro insieme.
Molte persone hanno un'idea sbagliata di ciò che porta alla vera felicità. Essa non si raggiunge attraverso il piacere personale, ma attraverso la fedeltà ad un proposito degno.
Si è felici soltanto quando i piaceri e le passioni sono soddisfatti; le passioni, però, non sempre procurano la felicità e, allora, dobbiamo contentarci dei piaceri.
Nessun piacere è di per sé stesso un male: ma i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.
Qualsiasi cosa può diventare un piacere, se la si fa ripetutamente.
Nessun piacere è per se stesso un male, però i mezzi per procurarsi certi piaceri portano con sé tormenti che sono molto più numerosi che i piaceri stessi.
Ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire. In mezzo agli stessi piaceri nascono le cause del dolore.
Buon cibo, buon sesso, buona digestione, buon sonno: a questi piaceri animali di base, l'uomo non ha aggiunto nient'altro che quello della buona sigaretta.
Il piacere sta sul filo, e si muta in dolore se non ha misura.