I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.— Denis Diderot
I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.
La miseria avvilisce, la clausura deprava.
Un'estrema sensibilità fa gli attori mediocri; una sensibilità mediocre fa la folla dei cattivi attori; e l'assoluta mancanza di sensibilità è il presupposto per gli attori grandissimi.
Si corre lo stesso rischio a credere troppo che a credere troppo poco.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
La natura è bella e buona quando ci è propizia, brutta e cattiva quando ci affligge. Sovente è ai nostri stessi sforzi ch'essa deve almeno una parte del suo fascino.
I piaceri nati da contatti esterni, in verità, generano la sofferenza, perché, o figlio di Kunti, hanno un inizio e una fine. L'uomo avveduto non prende in essi la propria gioia.
I godimenti che la passione dà, sono orribilmente tempestosi, pagati con snervanti inquietudini che spezzano le corde dell'anima.
Nell'aspettazione il piacere tocca il suo apice.
Il piacere è il più certo mezzo di conoscimento offertoci dalla Natura e colui il quale molto ha sofferto è men sapiente di colui il quale ha molto gioito.
Non ci sarà mai cosa che possa piacere a tutti.
In questa terra di lacrime, ci restano due piaceri: amare una bella donna e fumare un sigaro toscano.
Il piacere è la felicità degli stolti, la felicità è il piacere del saggio.
L'angoscia e il dolore. Il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere.
L'uomo avido di potere incontra la sua rovina nel potere, l'uomo bramoso di denaro nel denaro, il sottomesso nella servitù, il gaudente nel piacere. E così il lupo della steppa si rovinò con l'indipendenza.
Quando la cosa unita è conveniente al suo unitore, li seguita dilettazione e piacere e sadisfazione.