L'oppio è ormai la religione dei popoli.— Ennio Flaiano
L'oppio è ormai la religione dei popoli.
Ci lusinga di più il cieco favore della fortuna che il riconoscimento dei nostri meriti.
La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.
Certo, certissimo, anzi probabile.
Tutto il Vangelo è basato sul calcolo delle probabilità! Chi ha fame sarà sfamato, gli ultimi saranno i primi, eccetera.
Se non si è di sinistra a vent'anni e di destra a cinquanta, non si è capito niente della vita...
La religione consiste nel credere che tutto quello che ci accade è straordinariamente importante. Non potrà mai sparire dal mondo, proprio per questa ragione.
Tutte le preghiere, le orazioni e le messe che i monaci e gli altri preti potrebbero dire, non servono a nulla, e valgono solo a far guadagnare danaro a coloro che le dicono.
Tutto il mondo soffre di avere perduto la religione. E quasi tutta la poesia di oggi non è, in un modo o nell'altro, che il rimpianto di una religione perduta.
Le credenze religiose degli uomini di ogni paese sono antichi e durevoli relitti dell'ignoranza, della crudeltà, dei terrori e della ferocia dei loro antenati.
Non c'è nulla, senza dubbio, che calmi lo spirito come un rum e la vera religione.
È un fatto comune al sorgere e al primo sviluppo di ogni grande corrente religiosa che la situazione della donna subisca una depressione.
Quando le fantasie della religione e la loro perversione affine toccano le pulsioni dell'inconscio, il mostruoso non è distante.
Quando il mondo sarà divenuto tanto onesto da non impartire alcuna istruzione religiosa ai fanciulli prima dei quindici anni, si potrà sperarne qualcosa.
Nel mondo non c'è religione abbastanza, neanche solo per abbattere le religioni.
Quando una religione ha la pretesa di imporre la sua dottrina all'umanità intera, si degrada a tirannia e diventa una forma d'imperialismo.