Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.— Epicuro
Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.
Né la ricchezza più grande, né l'ammirazione delle folle, né altra cosa che dipenda da cause indefinite sono in grado di sciogliere il turbamento dell'animo e di procurare vera gioia.
La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.
Per molti le ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie.
Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
L'uomo è ricco da quando ha familiarizzato con la penuria.
Gli anni più belli della vita li aspetteremo fino alla morte.
La morte è una sorpresa che rende inconcepibile il concepibile.
Nulla atterrisce quanto la distanza. Voi potreste essere morta ed io non lo saprò abbastanza presto per morire.
Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire. Tutta la loro ricchezza è la morte, che li costringe industriarsi, a ricordare e prevedere.
Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo.
Ci sono stelle morte che brillano ancora perché la loro luce è intrappolata nel tempo.
La morte non è altro che il sonno del bambino che si addormenta sul cuore della mamma. Finalmente la notte dell'esilio sarà tramontata per sempre, ed entreremo nel possesso dell'eredità dei Santi nella luce.
Morte. La più implacabile delle malattie ereditarie.
Credo sia una reazione sana, il riaffermarsi della vita, del piacere e dell'amore dopo aver percorso per molto tempo i territori della morte.
Gli uomini, fuggendo la morte, l'inseguono.