O morte io son quel cervo che divorano i cani La morte eiacula sangue.— Georges Bataille
O morte io son quel cervo che divorano i cani La morte eiacula sangue.
Ogni libro è anche la somma dei malintesi di cui è l'occasione.
Cosi come l'orrore è la misura dell'amore, la sete del male è la misura del bene.
Dell'erotismo si può dire, innanzitutto, che esso è l'approvazione della vita fin dentro la morte.
Non si tratta di voler stupidamente sfuggire all'utile, ancor meno di negare la fatalità che dà sempre a esso l'ultima parola ma si tratta di fare spazio alla possibilità di vedere apparire quel che seduce, ciò che sfugge nell'istante dell'apparire alla necessità di rispondere all'utile.
Il sacro è l'agitazione prodiga della vita che, per durare, l'ordine delle cose incatena, e che l'incatenamento tramuta in scatenamento, in altri termini in violenza.
La morte del corpo non è la fine dello spirito, ma solo una tappa del viaggio, come quando nei tempi andati si cambiava diligenza.
Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.
La morte non è la perdita più grande nella vita. La perdita più grande è quello che muore dentro di noi mentre viviamo.
La morte è l'unica cosa che riesce a spaventarmi. La detesto perché oggi si può sopravvivere a tutto tranne che a lei. La morte e la volgarità sono le uniche due realtà che il diciannovesimo secolo non è riuscito a spiegare.
Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
Non morirei mai per le mie opinioni: potrei avere torto.
Il primo sintomo della morte é la nascita.
Per metà degli uomini la morte arriva prima di diventare creature razionali.
Per tre giorni dopo la morte i capelli e le unghie continuano a crescere ma le telefonate calano progressivamente.
Molte persone muoiono a venticinque anni e non vengono sepolti fino a quando non ne hanno settantacinque.