La musica comincia ad atrofizzarsi quando si discosta troppo dalla danza.
Abbastanza spesso la gente mi considera pazzo quando faccio un salto invece di un passo, proprio come se tutti i salti fossero sbagliati e mai portassero uno in nessun posto.
Il pensiero s'impernia sulla definizione delle parole.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Gli indifferenti non hanno mai fatto la storia, non hanno mai neanche capito la storia.
Le arti, comprese la poesia e la letteratura, dovrebbero essere insegnate dagli artisti che le praticano, non da sterili professori.
La danza è una canzone del corpo. Sia essa di gioia o di dolore.
Sono nata in riva al mare. La prima idea del movimento e della danza mi è venuta di sicuro dal ritmo delle onde.
La danza moderna? Non è più danza, è decadenza.
Il nostro corpo crea il pensiero e la danza è il suo linguaggio.
I ballerini possono realizzare l'impossibile e tutti vorremmo essere come loro. Pagati poco, belli, vulnerabili, espressivi: sembrano farfalle. E hanno piedi nodosi, che spesso dicono più di tanti discorsi, portandoci dalla realtà in un'altra dimensione.
Nessuno danza sobrio, a meno che non sia completamente matto.
Può darsi che non sarai mai felice. Perciò non ti resta che danzare, danzare così bene da lasciare tutti a bocca aperta.
È la danza più dolce che io abbia mai ballato, ciò che sento è la musica che mi scorre nelle vene, è fatta delle notti, del mare, dei campi, del profumo dell'asfalto quando piove.
Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti. Ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza.
Ci sono delle scorciatoie per la felicità, e la danza è una di queste.