Ci siano o no gli dèi, di essi siamo servi.— Fernando Pessoa
Ci siano o no gli dèi, di essi siamo servi.
L'amore è uno scampolo mortale di immortalità.
Nella vita attuale il mondo appartiene solo agli stupidi, agli insensibili e agli agitati. Il diritto a vivere e trionfare oggi si conquista quasi con gli stessi requisiti con cui si ottiene il ricovero in manicomio: l'incapacità di pensare, l'amoralità e l'ipereccitazione.
Amare è fraintendersi.
Non ci sono norme. Tutti gli uomini sono eccezioni a una regola che non esiste.
L'azione è una malattia del pensiero, un cancro dell'immaginazione.
Anticamente migliaia di dèi parevano pochi; oggidì uno è di troppo.
Gli dèi sono l'incarnazione di quello che non potremo mai essere.
È conveniente che esistano gli dei, e, siccome è conveniente, lasciateci credere che esistano.
Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
Se tu percorrerai la terra, potrai trovare città senza mura, senza lettere, senza re, senza case, senza ricchezze, senza monete, senza teatri e palestre; ma nessuno vide mai né mai vedrà una città senza templi e senza dèi.
È una cosa stolta supplicare gli dei per ottenere ciò che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.
Non è vero che fin dal principio gli dèi hanno svelato tutto ai mortali, ma gli uomini stessi, cercando, col tempo trovano ciò che è meglio.
Gli dei muoiono, ma dalle loro ceneri altri dei nascono.
Non si debbono rifiutare i nobili doni degli dèi quali essi soli distribuiscono, e quali nessuno può acquistare con la sua volontà.