Anticamente migliaia di dèi parevano pochi; oggidì uno è di troppo.
In Italia il far nulla appartiene alle occupazioni.
Un vero grande uomo non può essere che umile. Egli conosce quanta pochissima parte abbia la volontà sua ne' concepimenti di lui, quanto egli debba tutto ad un incontrollabile estro che non si sa, fino ad oggi, donde venga, come esploda, perché fugga.
Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.
Non scrivo mai il mio nome sui libri che compro se non dopo averli letti, perché allora soltanto posso dirli miei.
Tutto al bene fluisce: dove non può la virtù, giova il vizio.
Gli Etiopi dicono che i loro dèi sono camusi e neri, i Traci che hanno occhi azzurri e capelli rossi.
È una cosa stolta supplicare gli dei per ottenere ciò che uno è in condizione di procurarsi da se stesso.
Preferirei sentir parlare di un barbone americano vivo piuttosto che di un dio greco morto.
L'evento su le ginocchia degli dèi s'asside.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
Ci siano o no gli dèi, di essi siamo servi.
Gli dei non danno mai tutte insieme le cose belle ai mortali.
Non si debbono rifiutare i nobili doni degli dèi quali essi soli distribuiscono, e quali nessuno può acquistare con la sua volontà.
Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
Chi ama la verità odia gli dèi, al singolare come al plurale.