Gli dei non danno mai tutte insieme le cose belle ai mortali.
Spregevole è l'uomo che una cosa cela nel profondo del cuore e un'altra dice.
Come la generazione delle foglie, così è quella degli uomini.
I cuori dei giovani ondeggiano sempre.
Tal e quale la stirpe delle foglie è la stirpe degli uomini.
Nelle assemblee va bene la lingua, ma in guerra valgono di più le mani.
Chi ama la verità odia gli dèi, al singolare come al plurale.
Sugli dèi, dì solo: sono.
Non si debbono rifiutare i nobili doni degli dèi quali essi soli distribuiscono, e quali nessuno può acquistare con la sua volontà.
Non è vero che fin dal principio gli dèi hanno svelato tutto ai mortali, ma gli uomini stessi, cercando, col tempo trovano ciò che è meglio.
Gli uomini creano gli dèi a propria immagine, non solo riguardo alla loro forma, ma anche al loro modo di vivere.
Anticamente migliaia di dèi parevano pochi; oggidì uno è di troppo.
Stanchezza, che d'un sol balzo vuol attingere le ultime cose, con salto mortale: una misera ignorante stanchezza, che non vuol più nemmeno volere: essa ha creato tutti gli dèi e i mondi dietro il mondo.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
Non sono da temere gli dèi; non è cosa di cui si debba stare in sospetto la morte; il bene è facile a procurarsi; facile a tollerarsi il male.