È stato detto, che il più pazzo popolo del mondo sarebbe un popolo di savi, come il più cattivo esercito sarebbe un esercito di capitani.
Molti vanno a Parigi e pochi ci sono stati.
Gli epigrammisti in poesia sono come i fioristi in pittura.
Col proprio naturale convien fare come col cavallo che hai sotto, dare e togliere, secondarlo e correggerlo.
Gli uomini mediocri fanno ragione del merito delle persone dalle pulitezze che ne ricevono: gli uomini superiori dovrebbono far ragione del proprio merito dalle impulitezze, che non sono altro che la misurai dell'altrui invidia.
La falsa letteratura è peggiore assai dell'ignoranza. Meglio è non si muover di luogo che far cammino e aver smarrito la via.
Uno dei principi fondamentali della guerriglia è che per vincere basta non perdere; un esercito regolare, invece, per non perdere deve vincere.
Il cosiddetto dio degli eserciti è sempre dalla parte della nazione che ha la migliore artiglieria, i migliori generali.
Un esercito è chiamato a servire un Paese, non a governarlo.
Esercito. Categoria del tutto improduttiva che difende il suolo della patria divorando tutto ciò che potrebbe attirare un nemico o fargli desiderare di invaderlo.
Nell'esercito sovietico ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare.
Tutta l'umana saggezza si compendia in due parole: aspetta e spera.
Ciò che per un uomo è tesoro e saggezza, per l'altro ha sempre un tono di stoltezza.
Uno dei mali della nostra epoca consiste nel fatto che l'evoluzione del pensiero non riesce a stare al passo con la tecnica, con la conseguenza che le capacità aumentano, ma la saggezza svanisce.
Saggio è colui che rende monotona l'esistenza, perché allora ogni piccolo accidente possiede il privilegio della meraviglia.
È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinanzi agli occhi del Nemico!
È del saggio arrabbiarsi tardi ma una volta per tutte.
Coloro che sono saggi in parte, saranno gli idioti migliori.
La saggezza è come l'orizzonte: più ci si avvicina ad esso, e più retrocede.
Questi simili modi debbe osservare uno principe savio, e mai ne' tempi pacifici stare ozioso, ma con industria farne capitale, per potersene valere nelle avversità, acciò che, quando si muta la fortuna, lo truovi parato a resisterle.
La saggezza, se mai si raggiunga, non deve imperare accigliata e crudele, ma saper sorridere, indulgente, nella sua forza, anche al pizzico di follia libera, disinteressata, geniale che arricchisce la vita e alimenta l'arte.
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