Una fede lieve e pesante come la mannaia di una ghigliottina.— Franz Kafka
Una fede lieve e pesante come la mannaia di una ghigliottina.
Di una cosa sono convinto: un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Dal tuo vero avversario ti viene un coraggio illimitato.
Come un sentiero d'autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche.
Il primo segnale dell'inizio della comprensione si manifesta con il desiderio di morire.
La forza che si oppone al destino è in realtà una debolezza.
Ma la mia religione sono io: ogni essere umano è diverso dall'altro, perché dobbiamo avere la stessa religione? Io non ho bisogno di credere in un Dio. Fin da piccino, ho imparato a credere in me. È l'insegnamento dei genitori: al limite, Dio è mio padre.
La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome.
Noi sappiamo che la fede non è né una camomilla né una consolazione, ma una fonte di interrogativi, di inquietudini, di non appagamento.
Al funerale di un amico o davanti allo sfogo di disperazione di un altro, ci troviamo faccia a faccia con la realtà, distogliamo lo sguardo con terrore e sconcerto. In questa cultura la fede è condannata ad avere la funzione di consolazione per quanti non sono all'altezza.
La conoscenza è fatta di una materia più dura di quella della fede sicché, quando si urtano, è la fede a spaccarsi.
C'è nella Chiesa una tendenza ancora più pericolosa: il superamento o lo svuotamento della fede mediante il sapere.
Entrare davvero nel cuore della fede è veramente l'ultimo tabù.
Per me l'unica arte è la fede, e Cristo la mia poesia.
Io non credo, né mi rifiuto di credere, in nulla.
La fede nella verità comincia con il dubbio in tutte le «verità» credute sino a quel momento.