Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi.
Poco per volta comincio a vedere chiaro sul più universale difetto del nostro genere di formazione e di educazione: nessuno impara, nessuno tende, nessuno insegna a sopportare la solitudine.
Non abbiamo oggi più alcuna pietà per il concetto di "libero arbitrio": lo sappiamo anche troppo bene che cosa sia, il più malfamato trucco dei teologi che sia mai esistito, mirante a rendere l'umanità "responsabile" nel senso loro, ossia renderla a essi soggetta.
Se vi fossero degli dèi, come potrei sopportare di non essere dio! Dunque non vi sono dèi.
Il giudizio e la condanna morale è la vendetta preferita degli spiritualmente limitati su coloro che lo sono meno di loro.
Più uno si lascia andare, più lo lasciano andare gli altri.
I grandi artisti sono quelli che impongono all'umanità la loro particolare illusione.
L'artista è, in primo luogo, uno che ha fiducia in sé stesso.
Critici si nasce, artisti si diventa.
Il moralista deve rinascere ogni volta. L'artista, una volta per tutte.
Il tocco supremo dell'artista - sapere quando fermarsi.
La suggestione di essere artisti spesso lo fa diventare.
Un artista, nel suo intimo, è sempre un avventuriero.
Tutti i bambini sono degli artisti nati; il difficile sta nel fatto di restarlo da grandi.
Gli artisti che cercano la perfezione in tutto sono quelli che non la raggiungono in nulla.
La vita morale dell'uomo fa parte della materia dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di un mezzo imperfetto. Nessun artista desidera dimostrare alcunché.