Dio, gigantesco eufemismo.— Gesualdo Bufalino
Dio, gigantesco eufemismo.
Ci sono due cose che esigono una buona salute per essere fatte: l'amore e la rivoluzione.
E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
Sono (presumo d'essere) onesto. Si rischia qualcosa, di questi tempi. Oggi l'onestà è una dote losca, più assai dell'intelligenza. Abituarsi a nascondere entrambe.
Comunque vada la nostra partita con la vita finirà zero a zero.
Solo negli empi sopravvive oggigiorno la passione per il divino. Nessun altro si salverà.
Non ho niente contro Dio, è il suo fan club che mi spaventa.
Dio non esiste. Però noi siamo il suo popolo eletto.
Io non so se Dio esiste, ma se non esiste ci fa una figura migliore.
Tutto il mondo non può contentare il nostro cuore; solo Dio lo contenta.
Per chi cerca una spiegazione ultima delle cose, Dio può costituire una grande tentazione. Ma, talvolta, è bene resistere alle tentazioni.
Quando si incontra Dio, la prima scoperta è l'insignificanza di tutte le cose che anche oggi i cristiani, esclusi ovviamente i santi, prendono così ridicolmente sul serio.
Dio disse: questo uomo (Adamo) avrà i calzoni; questi calzoni avranno i bottoni. Facciamo la donna perché attacchi i bottoni dei calzoni di Adamo.
Diciamolo chiaramente: Dio ha un grosso problema di ego. Perché dobbiamo sempre adorarlo?
Il pensiero della non esistenza di Dio non ha mai spaventato nessuno, ma è terrorizzante invece pensare che ne esista uno come quello che mi hanno descritto.
Qualsiasi rapporto emotivo con Dio è privo di senso, la ribellione non meno dell'adorazione, perché sia l'altare davanti al quale giacciamo nella polvere, sia quello che vogliamo distruggere siamo sempre noi ad averlo innalzato.