L'uomo vive di pane e pigiama.— Giorgio Manganelli
L'uomo vive di pane e pigiama.
Producete, producete cultura: è il vostro mestiere, e soprattutto è il contrario della letteratura.
Non c'è al mondo oggetto librario più fascinoso, seducente, innamorativo di una Enciclopedia.
"Aver ragione" è la naturale vocazione della follia.
Letteratura è un gesto non solo arbitrario, ma anche vizioso: è sempre un gesto di disubbidienza, peggio, un lazzo, una beffa; e insieme un gesto sacro, dunque antistorico, provocatorio.
Essere ebreo è una condizione umana estrema, terribile e insondabile; una condizione di cui l'occidentale ha paura; e noi sappiamo che si ha paura di ciò che sta dentro di noi, non di ciò che ci è estraneo.
Assicuro la gentile collega che può contare sulla mia solidarietà: tra un pasto e l'altro non prenderò cibo.
L'uomo mangia per vivere e vive per mangiare.
Sto pensando seriamente di mangiare sua moglie.
Non mangiare il tuo cuore.
Solo i poveri sanno davvero mangiare, diceva Eduardo. Quella che vediamo di questi tempi non è attrazione per il cibo, è ossessione per il cibo come unico piacere, è la sostituzione dell'eros con il ricettario.
Tutti possono cucinare.
Non mangia che colombe l'amore, e ciò genera sangue caldo, e il sangue caldo genera caldi pensieri e i caldi pensieri generano calde azioni, e le calde azioni sono l'amore.
Il numero dei mangianti supera quello dei mangiati.
Dove si cura troppo il cibo, ivi si cura poco la virtù.
Se non mangi in compagnia di una persona che mangia con gusto, allora il tuo piacere di mangiare è come offuscato.