A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?— Totò
A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?
Sonno un forziero, per questo sono un donnaiolo: alle donne piacciono gli uomini forti. Dal mio aspetto non si direbbe, la mia forza è truccata: sono un falso debole.
Ho conosciuto una settimana. In realtà prima era una ottomana, ma poi, nella confusione, ha perso una mano ed è diventata una settimana.
Eh sì, ho perduto la memoria! Infatti nella mia testa avvengono delle lacune che la laguna di Venezia diventa un'inezia lacunare!
'A morte 'o ssaje ched'e?... è una livella.
Lavorare, mangiare, bere, dormire, amare: tutto deve essere misurato.
Non riesco a sopportare quelli che non prendono seriamente il cibo.
L'uomo mangia per vivere e vive per mangiare.
Avidamente allargo la mia mano: dammi dolore cibo cotidiano.
Noi siamo in verità molto più di ciò che mangiamo, ma ciò che mangiamo può nondimento aiutarci ad essere molto più di ciò che siamo.
Il rimangiarmi le mie parole non mi ha mai dato l'indigestione.
Chi mangia a gusto d'altri non mangia mai cosa gli faccia pro.
La sua idea del paradiso è mangiare paté de fois gras al suono di trombe.
Per mangiare un tacchino, dobbiamo essere in due: io e il tacchino.
Chi non riesce a mangiare la carne di cavallo non ha bisogno di farlo: che mangi carne di maiale. Ma chi non riesce a mangiare carne di maiale, che mangi quella di cavallo. È solo una questione di gusti.