L'età dell'uomo, vista dal di dentro, è eterna giovinezza.
L'egoismo non pecca tanto nelle azioni quanto nelle incomprensioni.
Dio ha detto: Io ero un tesoro che nessuno conosceva e volli essere riconosciuto. Allora creai l'uomo.
Riconoscere il merito è più difficile che entusiasmarsi.
Nei nostri pensieri ha molta più parte la volontà che l'intelligenza.
L'uomo comprende tutto, salvo ciò che è perfettamente semplice.
Avere settant'anni non è peccato.
I giovani hanno timori esagerati, i vecchi fiducie eccessive.
Quando l'uomo ha raggiunto l'età di fare il male, dovrebbe anche avere raggiunto l'età di fare il bene.
È fra i trenta e i trentuno anni che le donne vivono i dieci migliori anni della loro vita.
Tutto ciò che è ancora bello a trent'anni, è triste a cinquanta e grottesco a sessanta.
L'uomo di natura calma e serena sente appena il peso dell'età; ma per chi è di opposta natura sono un greve fardello così la giovinezza come la vecchiaia.
I sessant'anni sono quell'età in cui ci si sente finalmente giovani. Ma è troppo tardi.
La seconda età ci toglie l'entusiasmo della prima e non ci dà la rassegnazione della terza.
Che età felice quando un uomo può essere inattivo impunemente.
Una certa età è sempre un'età incerta.