La malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione.— Italo Svevo
La malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione.
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
L'immaginazione è una vera avventura. Guàrdati dall'annotarla troppo presto perché la rendi quadrata e poco adattabile al tuo quadro. Deve restare fluida come la vita stessa che è e diviene.
Curioso come a questo mondo vi sia poca gente che si rassegni a perdite piccole; sono le grandi che inducono immediatamente alla rassegnazione.
L'immagine della morte è bastevole ad occupare tutto un intelletto.
La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.
Se una infermità vi è nella mia mente essa non è abulia né impulsività, ma è l'eccesso di volontà.
Bisogna allontanare con ogni mezzo e sradicare col ferro e col fuoco e con vari espedienti, dal corpo la malattia.
La malattia mentale allora esprime contemporaneamente un movimento di rottura (autonomo e inconsapevole) con le forme di vista istituzionalizzate e lo stacco che il movimento stesso subisce.
Io mantengo verso i medici una benevola diffidenza, perché a furia di studiare le malattie finiscono per considerare la salute anch'essa come una malattia.
Amavo molto i malati ed avrei valicato monti e valli, se mi avessero lasciato fare, per visitare un malato, non per curarlo, ma per amarlo.
Trarre dalla malattia, specialmente quando non è veramente tale, la maggior dolcezza possibile. Essa ne contiene molta.
Non ci sono malattie, ci sono soltanto malati.
Il malato è un veggente, nessuno possiede un'immagine del mondo più chiara della sua.
La malattia è la più grande imperfezione dell'uomo.
L'amore d'oggi è una malattia che entra nel sangue con il contatto; il resto è letteratura romantica del passato, è chiacchiera, è retorica; può essere tutt'al più contorno, ma non è il nocciolo.