I critici giudicano le opere e non sanno di essere giudicati.— Jean Cocteau
I critici giudicano le opere e non sanno di essere giudicati.
L'estetica dell'insuccesso è l'unica durevole. Chi non capisce l'insuccesso è perduto.
Più la Cina ci imita, e più abbandona i suoi misteriosi privilegi. L'erotismo ritorna alla rozzezza europea.
Un sognatore è sempre un cattivo poeta.
Un capolavoro letterario non è altro che un vocabolario in disordine.
Ci sono tre misteri che non sono mai riuscito a capire: il flusso e il riflusso delle maree, il regime politico delle api e la logica femminile.
Il critico ci mostrerà sempre l'opera d'arte in una qualche nuova relazione con la nostra epoca. Lui ci ricorderà sempre che le grandi opere d'arte sono cose vive sono, infatti, le sole cose vive.
La scomparsa del senso critico costituisce una seria minaccia per la preservazione della nostra società. Rende facile ai ciarlatani imbrogliare la gente.
Quando i critici dissentono tra loro, l'artista è d'accordo con sé stesso.
Dai un dito a un critico e questo scriverà una commedia.
La critica è venefica e benefica.
Le critiche sincere non significano nulla: quello che occorre è una passione senza freni, fuoco per fuoco.
Il critico è colui che sa trasformare in una nuova foggia o in un materiale nuovo le impressioni da lui riportate intorno alle cose belle.
Un critico è un tizio che conosce la strada ma non sa guidare.
Critica. Una cosa che può essere evitata non dicendo nulla, non facendo nulla e non essendo nessuno.
A meno che un critico abbia il coraggio di lodarti senza riserve, io dico, ignora il bastardo.