Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare.— Jorge Luis Borges
Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare.
Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto. Io sono orgoglioso di quelle che ho letto.
Le case a mezz'asta quasi rasenti la strada e un tramonto mostruoso con tutte le ali aperte.
Accettiamo facilmente la realtà, forse perché intuiamo che niente è reale.
I tratti essenziali di ogni gioco: la simmetria, le leggi arbitrarie, il tedio.
A quel tempo, cercavo i tramonti, i sobborghi e l'infelicità; ora cerco i mattini, il centro e la serenità.
Chi ha roba in mare non ha nulla.
Ha l'uomo quattro cose che non servono nel mare: ancora, timone e remi, e paura di naufragare.
Il mare non parlava per frasi ma per versi.
Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c'è un'età in cui si sbarca.
Ci vorrebbe un mare dove naufragare come quelle strane storie di delfini che vanno a riva per morir vicini e non si sa perché... come vorrei fare ancora, amore mio, con te.
Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna.
Degna di fiducia è la terra, infido il mare.
Il fiume è dentro di noi, il mare tutto intorno a noi.
Il mare aveva preso un tono dal taglio fresco del ferro, non soltanto colore, ma condizione formata in un atto, cambiamento, novità e paesaggio; e durezza, alla vista, pure pronta a trasformarsi.