Un uomo si giudica dai suoi nemici non meno che dai suoi amici.— Joseph Conrad
Un uomo si giudica dai suoi nemici non meno che dai suoi amici.
Giudica un uomo in base ai suoi nemici oltre che dai suoi amici.
Erano due individui perfettamente insignificanti e senza capacità, la cui esistenza è resa possibile solo grazie alla elevata organizzazione delle moltitudini incivilite.
Nessuna occupazione è seria, neppure quando l'ammenda per il fallimento è rappresentata da una pallottola in petto.
La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria.
La gioventù è insolente; lo è di diritto, di necessità. Deve affermarsi.
Le cose grandi vanno giudicate con animo grande, altrimenti si finisce per vedere in esse i didetti che sono in noi.
È proprio perché uno non sa fare una cosa, che ne è il miglior giudice.
Il mondo giudica gli uomini non dalle prove, ché non ha il tempo di ricercarle, ma dalle apparenze, onde poco basta a passare per una perla e pochissimo per un briccone.
Quando si è troppo giovani non si può giudicare bene, e neppure quando si è troppo vecchi.
Non si possono giudicare gli uomini dal volto: essi si conoscono bene solo alla prova.
Ci sono più uomini giudicati per il colore delle loro cravatte che per il valore delle loro azioni.
L'uomo giudica tutto dal minuto presente, senza comprendere che giudica solo un minuto: il minuto presente.
Il crimine più grande: giudicare.
Non giudicare gli uomini dalla diversità dei monumenti funebri e delle tombe che adornano le strade: la cenere rende tutti uguali.