Chi non perdona al linguaggio non perdona alla cosa.
La guerra in un primo momento è la speranza che a uno possa andar meglio, poi l'attesa che all'altro vada peggio, quindi la soddisfazione perché l'altro non sta per niente meglio e infine la sorpresa perché a tutti e due va peggio.
Megalomania non è considerarsi più di quello che si è, ma considerarsi per quello che si è.
Le buone opinioni sono prive di valore. Dipende da chi le ha.
Ci sono scrittori che riescono a esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.
Esiste una vita al di fuori dei cartelloni pubblicitari.
Non c'è modo di azione, né forma di emozione, che noi non condividiamo con gli animali inferiori. È solo attraverso il linguaggio che siamo superiori a loro, o l'un l'altro attraverso il linguaggio, che è il padre e non il figlio del pensiero.
Il linguaggio opera interamente nell'ambiguità, e la maggior parte del tempo non sapete assolutamente nulla di ciò che dite.
Il linguaggio ha attaccato la muffa alle cose. L'epoca puzza già di frase fatta.
Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione.
Non c'è linguaggio senza inganno.
Il linguaggio è la casa dell'essere e nella sua dimora abita l'uomo.
Il linguaggio, prima di significare qualcosa, significa per qualcuno.
La funzione del linguaggio non è quella d'informare, ma di evocare.
Il linguaggio è la veste del pensiero.