Un linguaggio è un gigantesco "come se".— Giorgio Manganelli
Un linguaggio è un gigantesco "come se".
In verità, non c'è al mondo oggetto librario più fascinoso, seducente, innamorativo di una enciclopedia.
Scheletro, uomo delle tenebre, resuscitato e insieme morto irreparabilmente, doppiamente esperto di morte, rifiutato dal tempo, autore di libri inesistenti, sbagliati, impossibili, io, lo scrittore.
Pertanto le dico: si iscriva a Geologia. Vedrà quante metafore le verranno regalate. Non ricordo più cosa sono gli oligocisti: ma quella, mio caro, è letteratura.
Le parole usate per servire a qualcosa si vendicano.
Nello psicoanalista c'è una strana mescolanza del fool e del prete, direi del vescovo e del ciarlatano.
Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un'altra parte, e non ti raccapezzi più.
Chi non perdona al linguaggio non perdona alla cosa.
Il linguaggio è la veste del pensiero.
La funzione del linguaggio non è quella d'informare, ma di evocare.
Il linguaggio è la casa dell'essere e nella sua dimora abita l'uomo.
Non c'è linguaggio senza inganno.
Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero.
Il linguaggio è un impoverimento del pensiero.
Il linguaggio è l'armonia della mente umana; a un tempo contiene i trofei del passato e le armi per future conquiste.