Il sostantivo è la testa, il verbo il piede, l'aggettivo sono le mani. I giornalisti scrivono con le mani.— Karl Kraus
Il sostantivo è la testa, il verbo il piede, l'aggettivo sono le mani. I giornalisti scrivono con le mani.
Quando gli animali sbadigliano assumono un volto umano.
Il linguaggio va a tentoni come l'amore nell'oscurità del mondo, alla ricerca di una perduta immagine primordiale. Una poesia non si può fare, solo presentire.
Una città dove gli uomini, parlando di una vergine che non lo è più, usano l'espressione "averla data via", merita di essere rasa al suolo.
I pazzi sono definitivamente riconosciuti tali dagli psichiatri per il fatto che dopo l'internamento mostrano un comportamento agitato.
Spesso è necessario riflettere sul perché siamo allegri; ma sappiamo sempre perché siamo tristi.
Una ragazza delle medie una volta mi scrisse: perché sui giornali si parla solo delle cose che succedono e mai della vita? Anche la vita succede.
Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso... e pubblica il falso.
Il giornalismo è il luogo ove uno passa la vita a parlare di cose che ignora e a tacere le cose che sa.
Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera.
Se i giornali sono utili ad abbattere i tiranni ciò è solo dovuto all'intenzione di instaurare un proprio regime tirannico.
Ci sono due specie di giornalisti: quelli che si interessano a ciò che interessa il pubblico; e quelli che interessano il pubblico a ciò che gli interessa, e questi sono i grandi.
Il giornalista deve avere sempre e comunque una religione del dubbio.
La stampa più libera del mondo è la stampa italiana. Il giornalista italiano è libero perché può esercitare funzioni di controllo, critica, propulsione.
Tu dici che Hailè Selassiè era un dittatore... allora io ti chiedo: è vero che gli italiani mangiano solo pizza e sono tutti mafiosi? Perché è questo ciò che scrivono i giornali. Non credere a tutto quello che i giornali scrivono.
Il giornalista è uno storico del presente, ma non sempre i buoni libri di storia si scrivono in un giorno, spesse volte in un'ora, spesse volte in un minuto.