Sono la personificazione del rischio. Sono solo una giornalista curiosa.— Lilli Gruber
Sono la personificazione del rischio. Sono solo una giornalista curiosa.
Mai andare contro corrente, si rischia di non arrivare alla meta.
Grazie a Internet, alla tv satellitare e alla loro tenacia, sono le iraniane insieme ai giovani i veri agenti del cambiamento di una società iraniana schizofrenica, in cui convivono, fra tradizione e modernità, ricchezza e ingiustizia, bellezza e tragedia, veli neri e foulard colorati.
I giornalisti dicono una cosa che sanno che non è vera, nella speranza che se continueranno a dirla abbastanza a lungo sarà vera.
Giornalismo. Un tempo toglieva uomini alle lettere; oggi il che è più grave ne dà.
Quando il presidente del Consiglio dona a un giornalista un orologio Cartier il giornalista lo accetta, il giornalista medesimo tende poi spontaneamente alla bontà.
Editorialista: il dovere di un editorialista è quello di dire la verità. Il suo mestiere è di far credere che la conosce.
Bisogna imparare a stare da soli: senza telefonino, senza computer, senza musica, senza televisione, senza messaggini, senza giornali e riviste, almeno per un'ora o qualche ora al giorno. Imparare a pensare, da soli.
Il giornalista non è tanto uno che vien pagato per ciò che scrive, quanto uno che vien pagato per ciò che non scrive.
Il giornalista è il solo scrittore che, quando prende la penna, non spera nell'immortalità.
È l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare.
Provo ripugnanza per questo modo di fare giornalismo.
Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di qualcuno un giornalista.