Sono la personificazione del rischio. Sono solo una giornalista curiosa.— Lilli Gruber
Sono la personificazione del rischio. Sono solo una giornalista curiosa.
Grazie a Internet, alla tv satellitare e alla loro tenacia, sono le iraniane insieme ai giovani i veri agenti del cambiamento di una società iraniana schizofrenica, in cui convivono, fra tradizione e modernità, ricchezza e ingiustizia, bellezza e tragedia, veli neri e foulard colorati.
Mai andare contro corrente, si rischia di non arrivare alla meta.
Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare. L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede.
Un buon giornalista non legge che un giornale, il suo, e in questo giornale, non legge che un articolo, il suo.
Il giornale è la conserva del giorno.
Dato che le fondamenta dei nostri governi sono l'opinione del popolo, il primo obiettivo dovrebbe essere di tenere questa opinione nel giusto; e se dipendesse da me decidere se dovessimo avere un governo senza stampa o stampa senza un governo, non esiterei un momento a preferire quest'ultimo.
Quando faccio un incidente, per i giornali, la televisione o per quello che immagina la gente, è come se io avessi fatto cinque incidenti.
C'è da avere più paura di tre giornali ostili che di mille baionette.
La cronaca è letteratura sotto pressione.
Quando un giornalista gli chiese cosa pensava della civilizzazione dell'occidente: penso sia una buona idea.
Finalmente sono un giornalista anch'io: ora i fatti non mi interessano più.
I giornali sono pieni di sacrifici umani: li inscatolano, li rendono accettabili per i lettori; in un certo senso li ritualizzano. La cronaca è un bollettino di esecuzioni.