Della nostra storia nulla vive se non raccontato (cantato).— Lalla Romano
Della nostra storia nulla vive se non raccontato (cantato).
Temo il dolore fisico in quanto penso che esso possa limitare la mia libertà. Ho paura di non saperlo sopportare.
Il successo esclude un po' dagli altri e ci fa vergognare, nel senso di sentirci privilegiati.
Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo.
Nello stesso momento che le cose acquistano valore, perdono il loro valore.
Quando il male passa, perdoniamo Dio.
Chi non ha nessuna sensibilità per la Storia è come un uomo senza il senso dell'udito o della vista.
La differenza fra la gloria reale e quella fittizia sta nel sopravvivere nella storia o in una storia.
Nella storia e nella vita pare talvolta discernere una legge feroce, che suona "a chi ha sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto".
Le persone veramente grandi nella storia non hanno mai voluto essere grandi per loro stesse. Tutto quello che volevano era la possibilità di fare del bene per gli altri e di essere vicine a Dio.
La storia insegna che la storia non insegna nulla.
Ingannatrice beffarda dei suoi idolatri, la storia si rivela solo a chi la avversa, perfetto storico non può essere che l'antistoricista.
Il mito è più vero della storia. Ciò che è storico è realmente accaduto una volta, ciò che è mitico accade realmente ogni giorno.
Noi non sappiamo, né abbiamo il diritto di sapere, che cosa sia la storia nella sostanza, nell'assoluto, al di là del tempo. Indoviniamo, ma non conosciamo, il giudizio del Tribunale dei morti. Forse un'insperata gloria esploderà, atterrando le muraglie.
Il mondo è monotono, gli uomini non imparano nulla e ricascano a ogni generazione negli stessi errori ed orrori, gli avvenimenti non si ripetono, ma si somigliano: finiscono le novità, le sorprese, le rivelazioni.
La storia insegna --- anche se l'uomo raramente impara --- che se Atene piange Sparta non ride.