Quando il male passa, perdoniamo Dio.— Lalla Romano
Quando il male passa, perdoniamo Dio.
Ama il prossimo tuo come te stesso: ama la tua morte come la tua vita.
La violenza resta per me un grosso problema. Forse deriva da quel cieco bisogno dell'essere non civilizzato, che non sente abbastanza il rispetto di sé e degli altri. Ma quello che è ancora più pauroso è la violenza collettiva o quella violenza che si ammanta di legge, la dittatura.
Silenzio come pienezza, non povertà. Dal silenzio nasce sia l'attesa che l'appagamento.
La morte è il riconoscimento della fraternità, della comune natura filiale. Forse è la strada per accogliere l'idea di creazione divina che mi riesce tanto difficile.
Nel silenzio si cerca di capire.
Se Dio esiste, chi è? Se non esiste, chi siamo?
L'unicità di Dio, in cui sparisce ogni pluralità, e l'abbandono in cui crede di trovarsi Cristo pur non cessando di amare perfettamente il Padre, sono due forme divine dello stesso Amore, che è Dio stesso.
Se magnificate il Dio senza la cui volontà nemmeno un passero cade dal tetto, perché picchiate il ragazzo che lo abbatte?
Anche le libere, graziose, festose farfalle sono colpite dalla malattia che quando visita noi, chiamiamo: cancro. Non c'è nemmeno un angolo del creato in cui non si mostri la grandezza e la bontà del creatore.
Dio ha le mie dimensioni.
Quando consideriamo gli dèi pagani, sorridiamo. Ma forse, un giorno, qualcuno sorriderà così delle nostre immagini di Dio.
L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.
Che Dio ci perdoni, e ci perdonerà. È il suo mestiere.
Nulla c'è che Dio non possa fare.
Se Dio è tutto, non dà gioia essere parte di questo tutto.