I veri libri devono essere figli non della luce e delle chiacchere ma dell'oscurità e del silenzio.— Marcel Proust
I veri libri devono essere figli non della luce e delle chiacchere ma dell'oscurità e del silenzio.
Come un uomo intelligente non ha paura di sembrare stupido a un altro uomo intelligente, così non da un gran signore, ma da un cafone l'uomo elegante teme di vedere misconosciuta la sua eleganza.
Molto spesso, per riuscire a scoprire che siamo innamorati, forse anche per diventarlo, bisogna che arrivi il giorno della separazione.
Quell'agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l'idea di essere malati.
La saggezza della gente non innamorata a cui pare che un uomo di spirito dovrebbe essere infelice solo per una persona che lo meriti; pressappoco è come stupirsi che uno si degni di ammalarsi di colera a causa di un essere così piccolo come il bacillo.
Il solo vero viaggio, la sola immersione nella giovinezza lo si farebbe non con l'andare verso nuovi paesaggi, ma con l'avere occhi diversi.
Spesso nella tua vita tu troverai che un libro è il migliore amico di un uomo.
Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Quanti di noi sarebbero naufraghi senza speranza in una notte atlantica, senza le voci che si levano e ci chiamano dai libri.
Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita.
C'è gente tanto brava da scrivere due libri contemporaneamente: il primo e l'ultimo.
I libri si dividono in due categorie: i libri per adesso e i libri per sempre.
I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti.
Quanti uomini hanno datato l'inizio d'una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.
I classici sono quei libri che ti fanno odiare la scuola.